Silvia stucky
Silvia Stucky, vivo e lavoro a Roma. Il mio lavoro comprende pittura, libri d’artista, fotografia, video, performance, installazione, giardini.
Espongo dal 1984. Il mio primo lavoro video, Mobile–Immobile, è stato presentato nel 1996 al XVII Festival International de la Vidéo di Locarno. Le mie opere sono state esposte in rassegne e festival video, mostre collettive e personali in gallerie e musei in Italia, Egitto, Francia, Germania, Indonesia, India, Iran, Marocco, Olanda, Svizzera, Thailandia, Turchia.
Al centro del mio lavoro artistico vi sono l’acqua e la semplicità del quotidiano. Della prima, osservo l’immobilità nella mutevolezza; della seconda, la profondità che vi si può cogliere.
Dal 1999 lavoro anche con la fotografia sul tema del paesaggio plasmato dall’intervento umano, in cui miro a cogliere le costanti che si manifestano al di là delle differenze geografiche.
Le mie mostre personali recenti sono: 2013, La forma dell’acqua (cat. con testi di M. Nojiri, S. Masui, G. De Marco, M. Meccarelli, p.L. Mazzocchi), opera permanente nel Giardino dei Passionisti alla Scala Santa, mostra di opere fotografiche, TraleVolte, Roma; 2012, Il campo del possibile (a cura e testo di F. Gallo), AOC F58, Roma; Tre storie di pratica senza io (con testo di A. Giordano), Cose di tè gallery, Jesi; 2009, I giardini celesti (con testo di Rossella Caruso), ArteProfumi, Roma; Il corpo pensato, (con testo di M.E. Gardére), nell’ambito di Testi e Testimoni. Incontri per riscoprire libri e storie, Casa della Memoria e della Storia, Roma; 2008, Il sussurro del mondo (a cura di S. Bordini, cat. con testi di S. Lux, S. Bordini, M. Nojiri, A. Pieroni, D. Scudero), MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Sapienza Università di Roma; 2007, Le jardin intérieur (a cura e testo di C. Sarzini), TraLeVolte, Roma; 2006, Writ in Water. Ode to mutability (cat. con testi di G. De Marco, P. Nesteruk, E. Schloss), The Keats-Shelley House, Roma; 2004, Come l’acqua che scorre (a cura e testo di L. Scacco), Istituto di Finlandia, Roma; 2003, Osservare il sussurro del mondo, Porta degli Angeli, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, Ferrara; 1998, Seguire il modo di comportarsi dell’acqua senza averne uno proprio (cat. con testi di P. Mania e L. Meloni), Change, Roma.
Le principali collettive recenti cui ho partecipato sono: 2013, Il sogno verde, Villa Gregoriana, Tivoli; Viaggio in Italia/Italienische Reise, AtelierFrankfurt, Francoforte sul Meno; DonnEuropArte: video/artfilm-making, computer art, “Da Donne a Donna III edizione”, Palazzo Incontro, CineDetour, Roma; 2012-13, Une lumière dans mon livre (a cura di V. Biasi), Galerie Véra Amsellem, Parigi; 2012, In Albis (a cura di V. Biasi), L’Aquila [performance-installazione, Scalinata di San Bernardino]; Viaggio in Italia/Italienische Reise, Werkschauhalle, Spinnerei, Lipsia; A piedi scalzi (a cura di Roberto e Valentina Gramiccia), Mu6, L’Aquila, Galleria La Nuova Pesa, Roma; Siamo tutti greci, Museo Benaki, Atene; 2011, L’Artista come Rishi, (a cura di L. Adragna), Museo d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, Roma; Le Scosse dell’Arte – per riabitare e guarire (a cura di M. Sconci), MUSPAC, L’Aquila; 2010, Portatrici d’Acqua, Sale delle Pese al Mattatoio, Roma; Dieci giornate in pietra 2010 – La faccia della natura (a cura di G. Di Pietrantonio), Lettomanoppello (Abruzzo); Sulla soglia, l’immagine, (a cura di N. S. Melehi e F. Mirone), Istituto Superiore Antincendi, Roma; Che cento fiori sboccino… Artisti per “Liberazione” (a cura di R. Gramiccia), La Nuova Pesa, Roma; 2009, Carte7. Works on Paper by Seven Italian Women Artists (a cura di M.A. Schroth), Istituto Italiano di Cultura, New Delhi; Dislocazioni. Rassegna di gesti immagini suoni di donne, Casa Internazionale delle Donne, Roma; VI Biennale Libro d’Artista Città di Cassino, Biblioteca Comunale, Cassino; 2008, Basta!, Gutleut15, Francoforte; 2007, Autobiografia/Autoritratto, Museo H.C. Andersen, Roma; 2005-06, Me myself & I, Gutleut15, Francoforte; Glue, Berlino; Konsortium, Düsseldorf; Hobbyshop, Monaco; Arti & Amicitiae, Amsterdam; 2005, IV Biennale Libro d’Artista Città di Cassino, Biblioteca Comunale, Cassino; 2005, Outcomeout. L’identità molteplice della pittura, Soligo Artproject, Roma; 2004-05, Het Eeuwige Lichaam – The eternal body, Deutsche Akademie Villa Massimo, Roma; Universiteitsmuseum, Utrecht; 2004, Carte7. Opere su carta di sette artiste italiane, Niavaran Art Foundation, Teheran; 2002-03, Torre della pace – Le strategie dell’arte contro le strategie della violenza, varie sedi, Roma, Pesaro, Urbino; 2002, Accords of Light, National Gallery, Bangkok; 2001, Elettroshock. 30 anni di video in Italia 1971-2001, Acquario Romano, Roma; Accordi di luce – Oriente d’Occidente, Museo Nazionale d’Arte Orientale, Roma.
Hanno scritto sul mio lavoro: Vittoria Biasi, Silvia Bordini, Rossella Caruso, Enrico Crispolti, Manuela De Leonardis, Gabriella De Marco, Bruno Di Marino, Patrizia Ferri, Francesca Gallo, Marie Eve Gardère, Antonio Giordano, Roberto Lambarelli, Simonetta Lux, Patrizia Mania, Enrico Mascelloni, Sachimine Masui, padre Luciano Mazzocchi, Marco Meccarelli, Lucilla Meloni, Peter Nesteruk, Michiko Nojiri, Augusto Pieroni, Cesare Sarzini, Martina Sconci, Edith Schloss, Domenico Scudero, Enrica Torelli Landini, Laura Turco Liveri.
Francesco Dalessandro
Francesco Dalessandro (Cagnano Amiterno, 1948) è un poeta e traduttore italiano.
Nel 1958 la sua famiglia si è trasferita a Roma. Dagli inizi degli anni Settanta e fino al 2005 ha lavorato in una banca. Comincia a scrivere versi fin da adolescente e esordisce alla fine degli anni Settanta partecipando a diverse letture pubbliche e, negli anni Ottanta, con pubblicazioni di poesie su varie riviste, quali Prospetti, Galleria, Sinopia, Lengua, Marka e Resine, con la quale collabora anche con recensioni. In particolare, su Le porte, almanacco di poesia diretto da Roberto Roversi, n. 2., maggio 1982, pubblica una silloge intitolata Appunti per un viaggio, con una nota di Francesco Tentori, e su Discorso diretto, quaderno n.5, 1983, il poemetto Divergenze (mai ripubblicato). Nel 1993 contribuì all'antologia La moneta di Caronte, curata di Giovanna Sicari. Il suo primo libro, I giorni dei santi di ghiaccio, con una nota introduttiva di Elio Pecora, è del 1983. Dal 1985 al 1997 lavora al suo poema in quattro parti L'osservatorio (la cui prima parte esce nel 1989 e ottiene il plauso[senza fonte] di Attilio Bertolucci). L'edizione intera è del 1998. E una riedizione riveduta e, in alcune sequenze, riscritta è uscita nel 2011.
Ha organizzato egli stesso letture di poesie; in particolare nel 1982, insieme a Luigi Amendola, una rassegna di dieci letture dal titolo Poesia verso..., con poeti come Gianfranco Palmery, Valerio Magrelli, Biancamaria Frabotta, Beppe Salvia, Gino Scartaghiande e altri, curandone poi un'antologia con lo stesso titolo. Nel 1984, insieme a Gianfranco Palmery, Alessandro Ricci, Giovanna Sicari, Valerio Magrelli e altri, fondò la rivista di letteratura Arsenale, diretta fino alla chiusura, nel 1988, da Gianfranco Palmery. Ha anche organizzato vari eventi culturali; l'ultimo in ordine di tempo, Romanesca, curato insieme al pittore Giuseppe Salvatori, si è svolto presso la Casa delle Letterature di Roma tra il giugno del 2010 e l'aprile del 2011, ed ha riunito, nel segno di Roma, ventisette poeti e altrettanti artisti.
Collabora con la rivista di poesia internazionale Pagine e gestisce un blog di poesia.
È autore di varie raccolte di poesia (e di edizioni d'arte). Già nel 1988, Raffaele Pellecchia [1], includendolo nell'antologia La poesia nel Lazio, di Dalessandro scrive che persegue “una poesia di occasioni nel senso montaliano del termine, in grado di rappresentare e di decifrare i segnali che popolano l'esistenza quotidiana, introiettandoli all'interno di una coscienza dolente e disincantata nel contempo, e restituendoli ad un senso arricchito e potenziato”. “Etologo di se stesso, analizza i sentieri filogenetici dell'animale-poeta (specie non più protetta). Scienziato e attore, fa e rifà le prove del difficile ‛teatro dei versi'” scrive Sauro Albisani [2]. E Idolina Landolfi [3] parla di “un verseggiare di squisita fattura, frutto di sapienza compositiva e sonora, e rinnovato nel fraseggio che segue spesso il ritmo spezzato dell'esperienza intima, del tumulto del cuore”. “Dalessandro, insomma, appartiene a quella schiera di poeti che non ha mai ceduto alla tentazione di essere nuovo, anzi novissimo, ma ha sempre obbedito a ragioni più profonde, esistenziali e letterarie insieme, rinnovando la tradizione senza annientarla o dissolverla in ambigue – e facili – ironie corrosive”: così Giancarlo Pontiggia [4]. E Gianfranco Palmery, nel saggio che accompagna la riedizione de L'osservatorio scrive: "Dalessandro riesce a essere insieme classico e barocco – e in questa ibridata dismisura a raggiungere sempre una sua misura, un equilibrio dedaleo... In che cosa è barocca questa poesia? (...) nella esorbitanza del flusso verbale, nella struttura piena, compatta della frase, nell'andatura ritmica che non lascia spazio a una pausa. Classica è la precisione descrittiva e nomenclatoria". In un'intervista rilasciata a Carmelo Pinto e pubblicata sul blog La poesia e lo spirito, il 18 [5] e il 22 [6] aprile 2011, Dalessandro stesso ha dichiarato che, nella sua poesia c'è “la messa in atto nella scrittura di una metodologia di tipo husserliano: è necessario partire dalle proprie esperienze di vita per esprimere idee”. E, ancora, che “Raccontare è significare, è dare un senso”.
Dalessandro è anche traduttore: dal latino, dall'inglese e dallo spagnolo. Nella già ricordata intervista a Carmelo Pinto, ha dichiarato che tradurre “significa compiere un servizio umile ma orgogliosamente espletato; ovvero, porsi di fronte ad un testo, pronti a fargli da specchio, impiegando tutte le risorse di cui si dispone, in termini di sensibilità, capacità, attenzione, conoscenza della propria e dell'altrui lingua”. Dal latino, ha tradotto poesie di Orazio, Ligdamo e Sulpicia, oltre alla Satira III (Lasciando Roma) di Giovenale; dallo spagnolo, poesie di José Maria Alvarez, Francisco Chica, David Pujante, Ana Rossetti, Eloy Sanchez Rosillo, Pere Gimferrer; dall'americano, Wallace Stevens, Kenneth Rexroth e altri; dall'inglese, William Shakespeare, Andrew Marvell, Elizabeth Barrett Browning, George Gordon Byron, John Keats, Gerard Manley Hopkins e Isaac Rosenberg.
Poesia
I giorni dei santi di ghiaccio, Quaderni di Barbablù, Siena, 1983
L'osservatorio (prima parte), Edizioni Il Labirinto, Roma, 1989
L'osservatorio, Caramanica, Marina di Minturno, 1998 (finalista Premio Dario Bellezza,
Lezioni di respiro, Edizioni Il Labirinto, Roma, 2003 (segnalato al premio Attilio Bertolucci,
2004; finalista Premio Frascati 2004)ISBN 88-89299-25-8;
La salvezza, Edizioni Il Labirinto, Roma,
Ore dorate, Edizioni Il Labirinto, Roma, 2008
Aprile degli anni, Puntoacapo, Novi Ligure,
Gli anni di cenere, edizione d'arte con un'incisione di Michela Sperindio, Associazione culturale “La luna”, Casette d'Eta di Sant'Elpidio a Mare (FM), 2010
L'osservatorio, edizione riveduta, con una testimonianza di Attilio Bertolucci e un saggio di Gianfranco Palmery, Moretti e Vitali, Bergamo, 2011 (segnalato al Premio Penne 2012)ISBN 9788871864907
Primo maggio nel Pineto, edizione d'arte con foto e acquerelli di Silvia Stucky, Stamperia d’arte Il Bulino, Roma, 2012
Saggistica
Le mammelle della sensualità, in AA.VV., Poesia e preghiera, Edizioni Il Labirinto, Roma, 2008.
Traduzioni
Wallace Stevens, Domenica mattina, Edizioni Il Labirinto, Roma, 1998
Elizabeth Barrett Browning, Sonetti dal portoghese, Edizioni Il Labirinto, Roma, 2000
Gerard Manley Hopkins, I sonetti terribili, Edizioni Il Labirinto, Roma, 2003
George Gordon Byron, Il sogno e altri pezzi domestici, Edizioni Il Labirinto, Roma, 2008
John Keats, Sull'indolenza e altre odi, Edizioni Il Labirinto, Roma, 2010
Note
1 "Raffaele Pellecchia, La poesia nel Lazio, Forum/Quinta Generazione, 1988"
2 Sauro Albisani, su Lezioni di respiro, in Pagine, XV, 42, settembre-dicembre 2004"
3 Idolina Landolfi, su Lezioni di respiro, in «La Sicilia – Stilos», 8-21 novembre 2005"
4 Giancarlo Pontiggia, su La salvezza, in Testo, n. 52, luglio-dicembre 2006
5 INTERVISTA A FRANCESCO DALESSANDRO (di Carmelo Pinto) (prima parte) | La poesia e lo spirito
6 INTERVISTA A FRANCESCO DALESSANDRO (di Carmelo Pinto) (seconda parte) | La poesia e lo spirito
Silvia stucky
Francesco Dalessandro
Formato: mm. 350x250
Primo maggio nel pineto è un libro d’artista composto da un poemetto di Francesco Dalessandro e foto e acquerelli di Silvia Stucky.
I testi sono stati stampati a mano dalla stamperia d’arte Il Bulino su carta Hahnemühle di gr.300.
L’edizione si compone da 35 esemplari (ogni esemplare è unico).
Ogni esemplare reca nel colophon la numerazione e firma degli autori.