Luigi Boille

Luigi Boille nato a Pordenone nel 1926 Boille ha vissuto e studiato a Roma, dove si è diplomato all'Accademia di Belle Arti nel 1949 e laureato in Architettura nel 1950. Viaggia in Europa e dopo un soggiorno in Olanda, si stabilisce nel 1951 a Parigi dove rimane fino al 1965. Attualmente vive a Roma.
Il segno di Boille "svolgendosi e modulandosi come pura frase pittorica, realizza e comunica uno stato dell'essere, di immunità o distacco o contemplazione" (Argan). La scelta di Boille è quella di fare pittura, soltanto pittura, la pittura più pura possibile. L'itinerario artistico di Boille è contrassegnato da tre importanti incontri. L'incontro con Parigi, un clima culturale e il gusto per la ricerca, l'incontro con Michel Tapié, l'avventura artistica e l'inserimento professionale in un contesto francese e internazionale, l'incontro con Giulio-Carlo Argan, l'essenza concettuale della pittura e il suo legame col rinnovamento italiano.

Bruno Conte

Bruno Conte nato a Roma nel 1939. Inizia la sua attività in campo figurativo con opere di carattere grafico astratto surreale. Espone alla VII e VIII Quadriennale di Roma,1955 e 1960. Nel 1956 alla XXVIII Biennale di Venezia.
E’ in relazione con la Galleria dell’Obelisco di Roma che lo presenta in mostre negli Stati Uniti.
Tra il 1959 e il 1961 elabora immagini con testi poetici e sviluppa la sua parallela attività letteraria.
Nei primi anni ‘60 le pitture acquistano consistenza materica. Successivamente prevale una scelta oggettuale che si distingue nel tempo in concetti formali atti a definire delle emergenti immagini – evento.
Una autonoma quasi scrittura vegetante viene suggerita nei suoi libri lignei, scrittura che tende a spegnersi nelle quasi pagine dei più recenti, essenziali metafisici, “paginari” a parete.
Bruno Conte è uno dei personaggi più garbati, più segreti, e più affascinanti che, nella mia lunga frequentazione di pittori e scultori, abbia incontrato e ammirato. Venne a trovarmi nel giugno del 1972. Aveva costruito una valigia in legno compensato con una parete a incastro che si sfilava. Più che una valigia, era una scatola a sorpresa, visto l'imprevedibile contenuto. Tirò fuori tanti mirabili piccoli “organismi” in legno bianco. Non erano sculture; al momento, per definirli, non mi viene altro termine. Forse la parola organismo riesce ad evocare la sottile complessità che contraddistingue la materia vivente. Perché queste “cose” godevano, e lo penso ancora, di una vita propria. Lo penso io ma, ne sono sicuro, lo crede anche Bruno Conte. Basta guardare le due foto affiancate, pubblicate in una sua monografia, che lo ritraggono; nella prima lo si vede all'età di diciannove anni: stringe a sé, con espressione intensamente possessiva, un gattino. L'altra foto, scattata ventiquattro anni dopo, lo mostra mentre trattiene, con lo stesso gesto e la medesima espressione assorta, una sua creazione-creatura. Sarebbe il caso di coniare un neologismo per questi oggetti magici che riuscivano e riescono tutt'ora a tradurre un linguaggio sorprendentemente nuovo e fresco l'esigenza insopprimibile che ci abita di rinnovare la realtà a ricreare il mondo a misura dei nostri desideri. Cosi' egli materializza, in una dialettica delle forme che si aprono e si chiudono per intrappolare i nostri sogni, visioni euclidee (come in Contangolo 2 ,1971 e Contropieno, 1972), enigmatiche (come in Segiunzioni, Antitesto, entrambi del 1973), ieratiche (come Presenza-Pressanza e Controdentro, del 1972), irrazionali (come Contrangolo 1 del 1971), oniriche (come in Circoncluso del 1973), erotiche (come in Evento 1 e 2 del 1966, e quel particolare di un'opera senza titolo, e della stessa serie, dove vivono degli “occhi che svolgono verso l'interno la loro architettura). A distanza di anni è ancora viva l'emozione che provai nell'assistere, con intenso diletto, a quella che oserei chiamare una lucida operazione di palingenesi immaginifica.>

Luigi Boille
Bruno Conte

Formato: mm. 250x175

Zoonube è un cofanetto che contiene un volumetto con quattro brevi racconti inediti di Bruno Conte accompagnati con due incisioni originali di Luigi Boile.
Del volumetto, sono stati tirati 120 esemplari:
100 esemplari contrassegnate da numeri arabi;
20 esemplari contrassegnate da cifre romane, destinati agli autori.
Il volumetto è stato stampato dalla tipografia Sa.Pi. grafica in Roma su carta Murillo della Cartiera Fabriano di gr.190 per conto delle Edizioni Il Bulino.
Le incisioni (acquaforti-acquatinte) di Luigi Boile sono state stampate dalla stamperia d’arte Il Bulino in Roma su carta Graphia della Sicars di gr. 290.
Le incisioni recano il timbro a secco della stamperia, la numerazione e la firma dell’artista.