Paolo Laudisa

È nato a Bari nel 1951 ma vive e lavora a Roma dagli anni ’80 dove è titolare della cattedra di Incisione presso l’Accademia di Belle Arti. Le sue esperienze pittoriche iniziali confluiscono nella prima personale di rilievo alla galleria Cesare Manzo di Pescara nel 1975, in cui presenta una serie di lavori che mescolano il linguaggio della scrittura vera e propria con quello della gestualità segnica di derivazione informale. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 espone alla Galleria Bonomo di Bari. Esegue una grande installazione alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma per una performance di Colosimo dal titolo “Il grande sonno del trapezista”, omaggio a Yves Klein, dove la galleria è diventata teatro monocromatico. Nello stesso periodo segue a Parigi un seminario di tre mesi tenuto da Gina Pane sul corpo e lo spazio. L’esperienza si concretizza con una personale tenuta alla galleria Jean-Luc Forain in rue de Varenne, dove l’esposizione, con l’aiuto spiazzante di luci poste all’esterno della galleria, attirava l’attenzione del pubblico all’interno verso grandi opere monocromatiche. Nel ’85 viene invitato dalla critica Lidia Merenik a tenere alla Galleria Comunale all’Università di Belgrado “Kulturnog Centra” una mostra personale dove ancora il lavoro si impernia sul tema del colore assoluto, ma in questo caso sui fondamentali giallo, rosso, blu. Nel ’88 realizza due importanti mostre personali. La prima, alla galleria Wessel O’Connor di New York, dove il tema della mostra è ispirato ad un racconto di Borges “Blue Tigers”, in cui si iniziano a intravedere sotto i pigmenti e le colle, dei segni sottostanti che in questo caso alludono come ad un residuo di geometria lineare,
“Arte figlia della geometria” come scrive in catalogo Gregorio Magnani. La seconda, alla galleria Lidia Carrieri di Roma, dal titolo “Io che tiro con l’arco” dove è chiaro già dal titolo il riferimento allo Zen e quindi ad una pittura più essenziale, allusiva di una dimensione celata. Nel ’90 Antonio Rossi inaugura la sua nuova galleria di Caserta - Galleria Studio Legale - con una sua personale e per l’occasione è stato realizzato un catalogo con testo critico di Achille Bonito Oliva. Nel ’91 collabora, oltre che come artista invitato, alla realizzazione di “Fuori Uso” a Pescara con Cesare Manzo curata da Achille Bonito Oliva. Nello stesso anno è invitato a Stoccolma dalla galleria Jean Claude Arnault a lavorare sul luogo ad una doppia personale con H.H. Lim curata da Giuliana Stella e con la presentazione di Achille Bonito Oliva che contemporaneamente tiene una conferenza su “Transavanguardia / Superarte”. Lavora in questi stessi anni con la galleria Pascal Lucas a Valencia dove espone al Museo de la Cultura. L’editore Andreas Papadakis, Clare Farrow & Nicola Hodges a Londra lo segnalano su New Art. Dopo una mostra collettiva su “L’arte contemporanea in Italia” al Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan, il Museo acquista due sue opere che fanno parte dell’esposizione permanente. Nel ’96 si tiene una sua mostra personale presso la Galleria Studio Legale di Caserta e per l’occasione è stato realizzato un catalogo con testo critico di Raffaele Gavarro. Nel ’98 al Palazzo Reale di Caserta si tengono contemporaneamente tre mostre personali: Laudisa, Cattani, Esposito, a cura di Walter Guadagnini, Achille Bonito Oliva, Renato Barilli. Nel 2000 realizza per il Festival del Mediterraneo una grande scenografia. Nel 2001 espone con una mostra personale alla galleria “Le Pleiadi” di Bari di Mosé de Carolis e nel 2002 e 2003 partecipa al Premio Termoli.