Grafice Originali

La Stamperia “Il Bulino”, fondata da Sergio Pandolfini nel 1979 a Roma, svolge dall’origine la duplice attività di editoria grafica e di promozione espositiva. La produzione editoriale d’arte, avvedutamente strutturata su un proprio laboratorio calcografico, gestito con sagace impronta personale, non si è dedicata soltanto a tirature limitate di singole incisioni o di cartelle. Essa si è dotata, nel tempo, di un articolato catalogo che annovera, pure, pregevoli multipli (assimilabili, in qualche modo, al cosiddetto ‘libro-oggetto’), ideati, tra gli altri, da Agostino Bonalumi, Getulio Alviani, Ettore Consolazione, in materiali insoliti rispetto a quelli tipici del libro, contenuti in cofanetti particolari, talora insieme a testi inediti. Con l’entusiasmante volontà di proporre un incontro tra scrittura e immagine, senza una programmatica linea di tendenza, Pandolfini ha sollecitato e seguita a sollecitare poeti ed artisti visivi, esponenti di diversi settori espressivi, a confrontarsi, anche nella libertà di scegliere il proprio interlocutore. La Stamperia si qualifica, così, per la cospicua realizzazione di libri d’artista di vario carattere, creando, pure, delle collane, quali, ad esempio, “Duale” (dal 1996), “Segni primi” (dal 2002), che si inseriscono con prestigio nell’importante storia del libro d’artista. In un panorama culturale estremamente accidentato, catturato da banali sperimentalismi e da accelerati consumi, “Il Bulino”, con intelligente impegno e metodo, con un equilibrato rapporto tra i valori della tradizione e dell’innovazione, con un’idea dell’arte aperta ad una attenta prospettiva critica, concretizza opere durature che si distinguono per la sapienza tecnica, per la qualità artigianale, per l’essenzialità tipografica, per la cura preziosa e lenta di ogni fase lavorativa. La collaborazione con alcuni tra i maggiori poeti ed artisti contemporanei (da una parte Gianfranco Palmery, Jean Clarence Lambert, Marco Papa, Bruno Conte, Marco Caporali, Marco Vitale, Roberto Sanesi, Maria Luisa Spaziani, Valentino Zeichen, ecc. e dall’altra Guido Strazza, Achille Perilli, Mirella Bentivoglio, Carlo Lorenzetti, Giulia Napoleone, Mario Raciti, Paolo Cotani, Achille Pace, Ettore Sordini, Agostino Bonalumi Claudio Verna ecc.) produce libri di rilevante spessore linguistico-evocativo e di originale inventiva segnico-formale, estranea a criteri illustrativi, oggetti di desiderio per bibliofili e di studio per storici. Le pagine scritte e incise, le superfici su cui il pensiero si fissa nella parola e si visualizza nell’immagine compongono i rigorosi libri editi da “Il Bulino”, sempre a tiratura limitata, che costruiscono altri luoghi di utopie e di ansie, spazi dei viaggi della ragione e della fantasia, abitati da luci e ombre, da tutte le sfumature dei bianchi e dei neri. Torna, allora, alla memoria la riflessione di Paul Valéry del 1932 a proposito di alcune stampe di Corot, ripubblicata nelle Pièces sur l’Art:

“Mais comment le blanc et le noir vont parfois plus avant dans l’âme que la peinture, et comment, ne prenant au jour que ses différences de clarté, un ouvrage réduit à la lumière et aux ombres nous touche, nous rend pensifs, plus profondément que ne fait tout le registre de couleurs, je ne sais trop me l’expliquer”.

È difficile spiegarlo e certo non è così in assoluto: comunque, sempre sulla scia di ulteriori pensieri di Valéry, è la “Poésie” come stato “d’invention par l’émotion” che produce queste risonanze nelle più affascinanti combinazioni della logica con l’immaginazione.